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netta

Rino

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Questa è la storia di un mito. Ogni persona che mi incontra, conosce Nettarino ma spesso non riesce a capire cosa rappresenta per me.

Ho così deciso di spiegarne genesi, valore e sviluppi.

Nettarino è una psicosi. Un’alterazione della realtà. Un’allucinazione causata dalla mia fidanzata che me lo regalò in un soleggiato giorno di fine estate.

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1,95€ il suo prezzo. Infinito per me il suo valore.

In un mondo consumista in cui possediamo tutto e in cui la qualità della nostra vita si confonde con la somma del valore aggiunto degli oggetti che possediamo, Nettarino rappresenta l’insostenibile leggerezza dell’essere, una finzione che smaschera la finzione.

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Nettarino è un passatempo, un gioco ma non troppo: con i suoi occhi spalancati mi permette di vivere un’esperienza extra corporea in cui io non sono il protagonista ma un puro spettatore.

E forse spettatori di noi stessi dovremmo esserlo sempre per osservarci, scrutarci e comprenderci: ci scopriremmo diversi da quello che pensiamo di essere, scopriremmo che ogni limite è per sua natura individuale e incomprensibile allo spettatore esterno.

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Nettarino non giudica, non irrita, non chiede attenzioni: la sua è una fissità ossessionante. Ha moto solo se stimolato, ha parola solo se siamo noi a fornirgliela, ha anima solo se gliene concediamo un pezzo della nostra.

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Nettarino è un horcrux, una porzione di materia da noi distaccata e distinta, indipendente dalla nostra esistenza, da riempire a nostra piacimento.

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Nettarino ci ricorda che nella vita non basta la futilità delle cose per colmare il vuoto in cui è immersa. 

Ci ricorda che la nostra esistenza si rinvigorisce con il movimento, con le relazioni e che la nostra anima può sopravvivere a noi solo se in vita ne abbiamo donato pezzi a chi si muove intorno a noi.

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